di Joey Beyer, adottato dalla Cina negli Stati Uniti.

Falena….errr. Posso dire questa parola senza una pausa? Falena..eerrr. Posso dire questa parola senza che la mia mente corra a cento pensieri diversi? Falena….errrr. Potenzialmente, forse, eppure forse no. Per me è una parola che fa emergere molte connotazioni, alcune buone, le più cattive. Una parola difficile da pronunciare perché la mia voce balbuziente riflette il mio cuore. La purezza della parola mi è persa. Non sono abituato alla parola da sola, ma sempre con un'altra parola davanti, che sia madre naturale, prima madre, madre adottiva, madre vera o madre non vera. Sempre un'altra parola davanti, come se delineasse la mia esperienza in parti, non in un tutto. Ne consegue la confusione e mi gira la testa mentre tutti cercano di dirmi cos'è la falena... ehm e cos'è una vera madre... ehm. Le aspettative e le idealizzazioni della madre si fratturano sotto il peso crescente del controllo e delle esperienze di vita. Invece di chiedere, la gente grida. Questo è ciò che una vera madre fa o non fa, o questo è ciò che significa essere madre. Non vedi che il fatto stesso che le persone discutono significa che c'è qualcosa di non completo in questo? Non c'è da meravigliarsi se non riesco a pronunciare completamente questa parola da solo, stregato dal desiderio e dal dolore, e sentendo appieno la tensione emotiva nella parola. Non posso sfuggirgli. Anche quando fisso negli occhi un partner romantico, i campanelli d'allarme suonano e le sirene gemono. Cosa rende questa donna diversa da una falena... ehm che ha lasciato un figlio? Cosa garantisce che lo stesso non accada di nuovo? La paura primordiale e la reazione viscerale. Falena... eer, cosa mi hai fatto? Mi gira la testa e sta per implodere. 

È strano dirlo da solo, aspettando con impazienza che un'altra parola di accompagnamento si presenti accanto ad essa come un cane che cerca il suo padrone. Un bambino non può avere due madri... sbagli? Eccomi di nuovo. Dannazione. Un'altra falena qualificata... ehm. Per quanto devo addolorarmi per la falena... ehm che si è persa, devo anche addolorare l'idea della falena... err e il fatto che, al momento della rinuncia, la mia idea di falena... ehm è andata in frantumi per sempre, lasciando me, un bambino, per raccogliere i pezzi. Gli adulti hanno cercato di ragionare per i frammenti di falena... ehm che fluttuavano nel mio cuore, eppure, ora sono io adulto che raccoglie i pezzi per ragionare con il bambino me sull'idea della falena.. ehm. Può un uomo nutrire se stesso? Può diventare la sua idea di falena... ehm? Che scelta è rimasta? Sono stanco di persone che definiscono la madre per me. Ne ho un'idea, perché l'ho persa, e ne conosco gli effetti. Eppure da dove si può cominciare a guarire, se non per la prima madre in lutto?


Commenti

Una risposta a “Grieving Mother”

  1. Mi sarebbe piaciuto scriverlo!

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